L’AQUILA – "Non ho parole, non riesco a comprendere un atto così orribile". Così, in lacrime, il proprietario di Kaos, l’aquilano Fabiano Ettorre, dopo la morte del suo cane sul quale pesa fortemente il sospetto di un avvelenamento. L’uomo, che di professione fa l’addestratore, ha ritrovato morto l’animale nel giardino di casa a Sant’Eusanio Forconese, Comune a pochi chilometri dall’Aquila, ieri intorno a mezzogiorno.
Secondo Ettorre l’animale "era vivo almeno fino alle due del mattino, perché a quell’ora l’ho sentito abbaiare". Ancora sconvolto deciderà oggi se sporgere denuncia per l’accaduto. "Per Kaos tenevo la porta di casa sempre aperta – aggiunge Ettorre – una porta che non riesco ancora a chiudere perché spero di vederlo rientrare". Sul suo profilo di Facebook l’addestratore ha lasciato l’ultimo saluto per Kaos. "Ciao amico mio! Hai lasciato un vuoto incolmabile per mano di una persona meschina. Continua il tuo lavoro lassù continua a cercare dispersi, a salvare vite umane. Non provare odio per chi ti ha fatto ciò, anzi se un domani avrà bisogno aiutalo sii superiore e quando ti guarderà negli occhi e vedrà che sei tu il suo Salvatore morirà lentamente da solo. Kaos ne abbiamo viste tante, aiutati tanti e tanti non ci siamo riusciti. Hai lavorato giorno e notte, quando è servito non ti sei mai risparmiato. Sei stato un amico fedele abbiamo condiviso e diviso casa, divano, tutto. Corri amico mio, corri non ti fermare un giorno ci abbracceremo nuovamente". Kaos era stato determinante di recente nel ritrovamento di un uomo di Roio, frazione dell’Aquila, di cui si erano perse le
tracce.
"Hanno ucciso il cane eroe di Amatrice, Norcia e Campotosto. Kaos salvava gli umani, gli stessi umani che lo hanno avvelenato. Presenteremo una denuncia. Chiederemo inoltre al Governo una legge che che vieti la vendita ed il commercio di veleni e fitofarmaci, se non con ricetta che renda rintracciabile chi li compra". Così in una nota Rinaldo Sidoli, responsabile comunicazione della onlus Animalisti Italiani, a proposito della morte per avvelenamento del pastore tedesco che aveva partecipato ai soccorsi del dopo sisma nell’Italia centrale. "Era un salvatore avvezzo a scavare tra macerie e inferno", aggiunge l’animalista. "Chi ha posto fine alla sua vita in questa maniera è un criminale pericoloso che va fermato. Non ci daremo pace fino a quando non verrà fatta giustizia. Credo che sia arrivato il momento che l’indignazione delle persone sensibili spinga il mondo politico a lavorare in maniera trasversale su una nuova proposta di legge che preveda pene più severe per chi maltratta e uccide gli animali. Non si devono più verificare casi come questo. Serve urgentemente un rafforzamento sulla tutela degli animali apartire da una modifica del codice civile e penale. Il Parlamento – conclude Sidoli – deve prendere provvedimenti contro i casi di maltrattamento e animalicidio e rivedere le norme attualmente in vigore".